venerdì 20 settembre 2013
SUPERNOVA
SUPERNOVA
Una supernova (abbreviata come SN o SNe dal plurale supernovae) è una esplosione stellarepiù energetica di quella di una nova. Le supernovae sono molto luminose e causano una emissione di radiazione che può per brevi periodi superare quella di una intera galassia. Durante un intervallo di tempo che può andare da qualche settimana a qualche mese una supernova emette tanta energia quanta è previsto che ne emetta il Sole durante la sua intera esistenza[1]. L'esplosione espelle la maggior parte o tutto il materiale che costituisce la stella[2]a velocità che possono arrivare a 30 000 km/s (10% della velocità della luce), producendo unaonda d'urto[3] che si diffonde nel mezzo interstellare. Ciò si traduce in una bolla di gas in espansione che viene chiamata resto di supernova.
Il termine nova, che significa "nuova" in latino, si riferisce a ciò che appare essere una nuova stella brillante nella volta celeste. Il prefisso "super-" distingue le supernovae dalle novae ordinarie che sono molto meno luminose. La parola supernova fu utilizzata per la prima volta daWalter Baade e Fritz Zwicky nel 1931[4]. Le supernovae possono essere innescate in due modi: o tramite la riaccensione improvvisa dei processi di fusione nucleare in una stella degenere o tramite il collasso del nucleo di una stella massiccia.
Una supernova (abbreviata come SN o SNe dal plurale supernovae) è una esplosione stellarepiù energetica di quella di una nova. Le supernovae sono molto luminose e causano una emissione di radiazione che può per brevi periodi superare quella di una intera galassia. Durante un intervallo di tempo che può andare da qualche settimana a qualche mese una supernova emette tanta energia quanta è previsto che ne emetta il Sole durante la sua intera esistenza[1]. L'esplosione espelle la maggior parte o tutto il materiale che costituisce la stella[2]a velocità che possono arrivare a 30 000 km/s (10% della velocità della luce), producendo unaonda d'urto[3] che si diffonde nel mezzo interstellare. Ciò si traduce in una bolla di gas in espansione che viene chiamata resto di supernova.

Nonostante nessuna supernova sia stata osservata nella Via Lattea da SN 1604, i resti di supernova esistenti indicano che eventi di questo tipo occorrono mediamente circa tre volte ogni secolo nella nostra galassia[5]. Essi giocano un ruolo significativo nell'arricchimento del mezzo interstellare di elementi chimicipesanti[6]. Inoltre, la bolla di gas in espansione creata dall'esplosione può portare alla formazione di nuove stelle[7][8][9].
SGUARDI
NITROGLICERINA
La nitroglicerina è un composto chimico esplosivo, sintetizzata dall'italiano Ascanio Sobrero.
La nitroglicerina a temperatura ambiente è un liquido oleoso da incolore a giallo (quando è poco pura) che si decompone facilmente diventando instabile (deve essere distrutta), detonando verso i 200 °C. Alla temperatura di 13 °C congela diventando estremamente pericolosa, i cristalli al suo interno diventando sottili come aghi si spezzano facilmente (anche toccando la provetta) dando così il via all'esplosione; quindi è consigliabile lasciare che si scongeli da sola senza avvicinarsi.
I legami delle sue molecole sono molto deboli, quindi esse tendono a scindersi anche a temperatura ambiente, per formare composti più stabili, come anidride carbonica e ossidi di azoto. Con la prova della "Berta" si è dimostrato che la nitroglicerina è molto sensibile: un peso di 2 kg che cade da 4–5 cm di altezza su un campione di quest'esplosivo provoca la detonazione. I gas generati dalla nitroglicerina sono spaventosamente abbondanti, a 0 °C 1 kg produce 716 litri di gas, a temperatura ambiente si decuplicano arrivando a una temperatura di 4200 °C. È uno degli esplosivi più veloci con una velocità di detonazione di circa 7000–7400 m/s.
È assai instabile: quindi per motivi di sicurezza non è mai usata pura, né trasportata, ma sempre mescolata con sostanze stabilizzanti e costituisce la base delle varie dinamiti.
La nitroglicerina, a piccolissime dosi (dell'ordine del milligrammo), è usata nella terapia dell'angina pectoris in virtù del suo effetto coronarodilatatore e venodilatatore.
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